
Ho perso una gamba tanti anni fa, un freddo sabato di febbraio. Per fare un po’ di straordinario. Ero poco più che ventenne, sposato da pochi mesi e in procinto di diventare papà. Era il 1989, non esisteva ancora il concetto di aiuto psicologico a chi subiva gravi infortuni. Non c’era nulla dopo la convalescenza, ci si doveva sbrogliare un po’ da sé.
Io sono stato fortunato, avevo mia moglie Rosy e il piccolo Patrick in arrivo, seguito poi da Alessandra e Jerome. Strada facendo ho conosciuto Pierino, amputato anche lui, che mi ha fatto capire che dovevo muovermi e praticare sport. Non sapete quanto può essere d’aiuto lo sport per riprendersi da un grave periodo di convalescenza. Ho praticato lo sci da discesa, quello nautico, ho fatto la traversata del ghiacciaio del Monte Bianco, lancio del peso, lancio del giavellotto e del disco. Read more